L’analisi ha messo in evidenza la presenza di un’ampia area caratterizzata da numerosi vulcani a diverse profondità. «Il complesso vulcanico individuato nel Mar Tirreno ed è stato suddiviso in due porzioni. Una parte occidentale, più distante dalla costa, i cui edifici vulcanici presentano una morfologia accidentata e deformata da strutture tettoniche. E la parte orientale, più vicina alla costa, presenta invece edifici vulcanici arrotondati dalla sommità pianeggiante (vulcani Diamante, Enotrio e Ovidio, si trova a 15 km dalla costa della Calabria), causata dall’interazione tra vulcanismo e variazioni del livello del mare che ha generato nel tempo cicli di erosione e sedimentazione». Sempre un po’ più a ovest più distanti dalla Costa Calabra, nel Mar Tirreno e nel Canale di Sicilia – vanno ricordati il Marsili (il più grande vulcano d’Europa, con una lunghezza di circa 70 km e una larghezza di 30 km, con 3 mila metri di altezza dal fondale), Vavilov, Magnaghi e i più piccoli Palinuro, Glauco, Eolo, Sisifo. A questo per completezza dell’analisi introduttiva aggiungo che la Calabria detiene il 10% dell’intero patrimonio costiero dell’Italia (715,7 km[2]), e presenta la più grande ed esclusiva varietà di spiagge formate da rocce diverse, come ad esempio gli scogli granitici della provincia reggina, del tirreno vibonese, e dello ionio catanzarese. Tali rocce sono presenti in misura minore anche in alcune località isolane del mar Mediterraneo (come ad esempio in Sardegna). Il litorale calabrese è infatti costituito praticamente da rocce di ogni era geologica, da quelle metamorfiche risalenti alle ere più antiche, alle dune di attuale formazione. Quindi, cosa si può chiedere di più per un appassionato di Viewing Stones, se non abitare in un luogo del genere. Se si va a mare o in montagna, o per fiumi o per valli, ti capita di trovare di tutto ed i tuoi occhi persi in un infinito di natura da cercare… Se interessati vi rinvio al successivo articolo in cui non si parlerà di metamorfiche, ma di sedimentarie, spostandoci dai massicci granitici di Sila ed Aspromonte verso l’Appennino calabro. Aldo Marchese MARCHESE
Rocca del Coccodrillo (Serpentino – Calabria)
In una di queste montagne a 1500 metri s.l.m. , proprio sulla vetta Vi presento la pietra di cui sotto. Un ritrovamento che risale al 2014, sempre in buona e costante compagnia. In essa erano presenti molti licheni. Il tipico sfrizionamento del neofita che cerca di capire in loco (come un primate che cerca di scoprire un oggetto) e la sua produzione nauseabonda mi fecero all’epoca incuriosire non poco e misi la stessa in uno zaino protetta.
Quel giorno raccolsi altre pietre cavia per capire come meglio effettuare la pulizia di questo materiale, essendo completamente privo d’informazioni. Ebbene, rifiuta le spazzole di metallo, a meno che non vogliate fare insufflazioni di zolfo. A parte tutto, il metallo graffia la pelle in modo serio. Per questo optai per delle spazzole dure di nylon e grande pazienza.
Ultimata la pulizia ed essendo una pietra porosa la tenni a casa per sviluppare il suo yoseki. Le altre pulite e lasciate all’esterno tendevano ad inverdire molto facilmente, specie in ambienti umidi. Inoltre, averla a casa a portata di camino, aiuta molto il suo maturare una patina naturale.
La dimensione di questo suiseki è di cm. 30 x 10 x 10 (h). La pietra è stata esposta a due mostre nel 2018 a distanza di pochi mesi, con un daiza diverso rispetto la foto , con dei piedini leggermente più alti e con un piede centrale sul fronte. In entrambe le mostre i giudici, pur apprezzando la pietra mi diedero lo stesso suggerimento, un daiza con dei piedini più bassi e senza piede centrale. Questo ad avvalorare lo scopo principale delle mostre, i confronti atti a migliorare ulteriormente l’estetica. Il suo percorso è stato avviato, ora attendiamo entrambi (io e la pietra) ulteriori suggerimenti (sempre ben accetti), spero migliori con il tempo la sua patina. Nel frattempo mi terrà compagnia durante le mie serate, con il piacere di pensare che milioni di anni fa questa materia era in un fondo ad un mare tropicale a pochi km da casa.
Aldo Marchese